Sono pronti in bozza gli indici di allerta per l’emersione della crisi: quali impatti per il credit management?
Il Team M&GF Project - mar 24 set 2019 - crisi d'impresa e insolvenza , riforma legge fallimentare , pianificazione finanziaria
Il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, entrato in vigore con il Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019, richiedeva ai dottori commercialisti ed esperti contabili (ODEC) di elaborare ogni tre anni un insieme di indici in base ai quali è possibile verificare se un'impresa sta andando incontro a una crisi.
Finalmente sono stati definiti in bozza tali indici.
Nello specifico si tratta di 7 parametri da considerare, che riportiamo qui di seguito:
- Patrimonio netto
- Dscr (debt service coverage ratio) prospettico a 6 mesi
- Indice di sostenibilità degli oneri finanziari
- Indice di adeguatezza patrimoniale
- Indice di ritorno liquido dell'attivo
- Indice di liquidità
- Indice di indebitamento previdenziale e tributario
Tuttavia, per appurare se l'impresa si trova in uno stato di crisi basterebbe considerare solo due indici:
- il patrimonio netto: se è negativo a causa di perdite di esercizi è un chiaro segnale di crisi;
- il Dscr (debt service coverage ratio), ossia l'indice di copertura del fabbisogno finanziario, prospettico a 6 mesi: se è inferiore a 1 è indice di crisi.
Concentriamoci ora sul secondo indicatore. Il Dscr è calcolato come rapporto tra i flussi di cassa previsti nei 6 mesi successivi che sono disponibili per il rimborso dei debiti previsti nello stesso arco temporale. Quindi se il Dscr è maggiore di 1 significa che l'impresa riuscirà presumibilmente a sostenere i debiti per i prossimi 6 mesi.
Se il patrimonio netto è positivo e il Dscr non è disponibile o ritenuto non affidabile per la inadeguata qualità dei dati previsionali verranno adottati gli altri 5 indici con soglie diverse in base al settore di attività.
La logica alla base del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza è di natura prospettica: risulta perciò necessario dotarsi di uno strumento di pianificazione finanziaria che possa stimare le entrate/uscite future.
Un esempio pratico
Vediamo un esempio pratico di quanto può essere complesso effettuare una valutazione prospettica dei flussi di cassa.
Facciamo l'esempio di un'azienda specializzata in prodotti per la pulizia, che ha come clienti negozi, alberghi e ristoranti e fattura 50 milioni all'anno.
A giugno 2020 la situazione sarà la seguente:
- circa 2.000 clienti
- uno scaduto di 6 milioni (il cui incasso avverrà presumibilmente nei prossimi mesi)
- importi a scadere per 5 milioni
- una componente del business con una forte stagionalità, dovuta a quei clienti (settore alberghiero) che tipicamente acquistano a inizio stagione e pagano a fine stagione e spesso con ritardo
- presenza di piani di rientro, promesse di pagamento, reclami relativi a tutti i clienti, non facilmente posizionabili nel tempo.
Come può l'azienda, in una situazione come questa, predisporre una credibile stima dei flussi di cassa prospettici? E, soprattutto, come possono le figure incaricate di queste stime fornire una base oggettiva e giustificabile alle loro previsioni?
Le uscite sono certamente pianificabili ma le entrate?
Ci viene in soccorso l'adozione di un software di credit management che, oltre a fornire i classici benefici (riduzione del DSO, incremento nell'efficienza dei collector, miglior coordinamento con la forza vendite, riduzione dei write-off..) è in grado anche di generare una stima dei tempi di incasso di ogni scadenza sulla base di:
- comportamento storico del cliente (DSO-BPDSO)
- comportamento dei clienti stagionali nell'anno precedente di quello stesso periodo
- presenza di piani di rientro, promesse di pagamento
- presenza di reclami aperti e tempi medi di risoluzione
- incassi ‘sul campo' di prossima registrazione ... etc
Potrò quindi effettuare delle previsioni su scenari (ottimistici, pessimistici, stagionali etc) che applichino diverse regole di proiezione ai dati puntuali della collection.
I tempi di incasso previsti (generati in diverse versioni, su diversi scenari) saranno forniti in input al software di pianificazione finanziaria per generare previsioni dotate di solidità e affidabilità.
Secondo la logica forward-looking, introdotta dalla Riforma della Legge Fallimentare, assolveremo il requisito di implementare un sistema di pianificazione strategica che permetta all'impresa di stimare più puntualmente le entrate future (gli incassi dei clienti).
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